lo stradone sotto casa mia.
mi ricordo, com'era fatto lo stradone sotto casa mia, testimone di avventure, inseguimenti, partite a pallone con le pietre a mò di porta, di conte per il nascondino. Ricordo perfettamente quell'asfalto, imperfetto, che accoglieva buche, sassi e polvere. Ricordo che mi stendevo su di lui per riprendere un vecchio pallone di cuoio incastrato sotto una 127, e poi mi rialzavo e mi spogliavo dei suoi piccoli ospiti, le pietre. Sono 15 anni, forse, che non abbraccio quello stradone sotto casa mia.
Tornando a casa da scuola, guardavo a terra in cerca di qualche chincaglieria persa il giorno prima, ricordo ogni minima ruga del mio vecchio stradone sotto casa mia. Poi finito il pranzo ero già pronto, non a fare gli odiati compiti, ma precipitarmi al citofono di Claudio, proprio di fronte al mio portone, poi Andrea, Massimone. Gli amici che si incontravano sullo stradone, sotto casa mia. "Quale avventura ci aspetta oggi?" chiedeva il più piccolo di noi, Massimone, ed io il più grande, giusto di qualche anno, ma bastava per portare lo scettro della responsabilità per scegliere il gioco. Così indeciso, guardavo lo stradone sotto casa mia, come a cercare un consiglio da uno che di giochi ne ha visti......"E si dai, ho un idea, seguitemi". Prendemmo le nostre scintillanti fionde rivestite di nastro isolante, nero il mio, rosso Andrea e Claudio, bianca quella di Massimo. "Oggi il mondo necessità difesa qualcuno da salvare".
Il tramonto arrivava, e sentivamo le nostre mamme, che con collo ingrossato, affacciate dai balconi, perdevano la voce nel chiamare noi quattro che giocavamo nello stradone; bastava una di loro che chiamava il figlio, per invitare le altre a fare lo stesso!!
incredibile, tu riuscivi a sentire le voci delle nostre mamme da qualsiasi punto. Lo sapevo, era lo stradone che portava a noi il richiamo materno. "Mamma sono le 6, iaaaa, fammi sta natru pocu" lei mi ricordava che c'erano i compiti da fare. Ma questa è un altra storia, narra di uno stradone che è lontano da dove oggi abito, lì ci sono altri ragazzi che guardandolo cercano ispirazione sul gioco da fare, e lui, il mio stradone sotto casa ha sempre un gioco da consigliare, lui che ne ha visti di giochi.
Sullo stradone, anche se ripulisci tutto, trovi sempre quattro pietre per fare due porte, e sullo stradone devi sapere non ci sono i falli laterali, le porte dei garage gridavano BAAMMM, quello era un fallo laterale, ma noi non ci facevamo caso. Erano altre regole, le nostre.
Mi ricordo lo stradone sotto casa mia, e mi ricordo Luigino, che ci invitava a giocare a calcio nel suo giardino, un bel prato verde, "Possiamo fare anche le rovesciate" ci ricordava quel matto di Claudio, ma io sul prato verde, che non ti rovini le ginocchia se cadi, non ci prendevo per niente gusto. Era lo stradone sotto casa mia, il vero campo di calcio.
Ogni giorno che passa, e che mi allontano da quello stradone sotto casa mia, divento più uomo. I problemi sono diversi, ma io ho la capacità di guardare quello stradone sotto casa mia e piangere di gioia perchè questa vita è meravigliosa, non la cambierei.
Ma una cosa importante che lo stradone sotto casa mia mi ha insegnato e che non c'è gusto a fare i giochi che non ci piacciono. E voi che il giorno lo passate a studiare, lavorare, litigare poi ad amare, non dimenticate che finito tutto, a sera, siete invitati a giocare sullo stradone sotto casa mia, io paziente vi aspetterò e insieme, guardondo lo stradone, decideremo che giochi fare, e giuro non ci saranno mamme a ricordarci che la giornata volge al termine.
Questa opera è l'icona di questa gioiosa, e nostalgica storia. Grazie a RossoAlicante: